Giuseppe Arpioni, da tutti conosciuto come Pino, è una delle figure più luminose del laicato toscano del Novecento. Fortemente provato dalla dura esperienza della guerra, al ritorno dalla Germania decide di dedicare tutta la sua vita all’educazione dei giovani. Da Presidente della Giac (Gioventù italiana di Azione cattolica) di Empoli inizia nel 1946 a organizzare campi-scuola estivi sulla Montagna Pistoiese. Dal 1949 ha incarichi regionali nella Giac e nel 1950 organizza i campi-scuola a Monte Cocco. In quell’anno diventa delegato regionale Giac. Nel 1951 viene eletto consigliere comunale e il Sindaco La Pira gli affida i cantieri di lavoro. Verrà rieletto anche nel 1956, nel 1960 e nel 1964 e sarà assessore nella seconda e terza Giunta La Pira. Nell’estate 1952 organizza in tenda a Cavo (Isola d’Elba) il primo campo-scuola al mare, esperienza poi ripetuta nel 1953 a Villa Bensa, sempre al Cavo e nel 1954 e 1955 a Quercianella. Nel 1954 costruisce il Villaggio Il Cimone di Pian degli Ontani e nel 1955 La Vela a Castiglion della Pescaia. Dopo il dimissionamento da delegato regionale, nell’ottobre del 1956, continua la sua attività di campi-scuola a servizio dei giovani delle Diocesi toscane e nel 1959 dà vita all’Associazione Opera villaggi per la gioventù. Nello stesso anno apre a Firenze «Casa Gioventù», per studenti universitari. Nel 1959, dopo aver lasciato ogni incarico a livello nazionale nell'Ac, contemporaneamente all'Associazione « Opera Villaggi per la Giuventù », dette vita a Firenze alla Casa della Gioventù « Pier Giorgio Frassati », prima in un appartamento in via La Marmora e poi nella sede attuale di via Gino Capponi. È l'idea di una sede fissa per l'attività dove tenere alcuni incontri formativi al di là dei «campi» e far vita comune con alcuni studenti, anche stranieri. E in quell'appartamento scelse di vivere gli ultimi anni della sua vita Giorgio La Pira. Con La Pira aveva iniziato un sodalizio fin dal 1951, quando, eletto consigliere comunale, il sindaco gli affidò i cantieri di lavoro, nati per alleviare in qualche modo la grave disoccupazione. Nel 1960 è assessore al personale nella prima giunta di centro-sinistra guidata da La Pira. Nel 1964, assieme a Fioretta Mazzei è di nuovo a fianco di La Pira alle amministrative, ma – nonostante il grosso successo elettorale dell'ex-sindaco la Dc cede al socialista Lagorio la carica di primo cittadino. I « lapiriani » vengono messi in disparte e nel 1966, quando si torna a votare per il Comune, non si ripresenta. Il suo impegno politico attivo finisce qui, anche se nel 1974 viene chiamato dal Segretario della Dc , Amintore Fanfani, a rifondare il movimento giovanile, aprendolo alle nuove realtà del mondo ecclesiale italiano e nel 1976 gli viene chiesto di presentarsi alle elezioni politiche con Giorgio La Pira per capolista. Nel 1970 accoglie nella sede dell’Opera il professor Giorgio La Pira, che vi rimarrà fino alla morte, nel 1977. Due anni più tardi l’Associazione, diventata Opera per la gioventù Giorgio La Pira, inizia la prima di una serie di esperienze ecumeniche portando a Londra 120 giovani, guidati dal card. Giovanni Benelli, con incontri che riaprirono il dialogo tra la Chiesa cattolica e quella anglicana. Nel 1984 Pino porta i suoi giovani in Urss a 25 anni dallo storico viaggio di Giorgio La Pira e nel 1988 a Fatima. I campi scuola dell’«Opera» si aprirono così a presenze straniere, soprattutto russe, greche e portoghesi. Nel novembre 2003, mentre Pino Arpioni è ricoverato in ospedale, dove morirà il 3 dicembre, si tiene il primo pellegrinaggio dei giovani dell’Opera in Terra Santa e dall’estate successiva partecipano al Campo internazionale a « La Vela » anche giovani israeliani e palestinesi. La vocazione di dedicare tutta la sua vita alla formazione dei giovani l'aveva maturata nell'esperienza drammatica dei campi di concentramento tedeschi, dove era stato deportato. « Quando sono partito militare spiegherà in una rarissima intervista pubblicata da Toscana oggi ero dirigente dell'associazione parrocchiale dell'Azione Cattolica a Empoli. Pochi giorni dopo l'8 settembre fui preso dai tedeschi e portato in campo di concentramento: lì mi sono reso conto che la mia formazione religiosa era molto valida, infatti mi ha aiutato moltissimo a superare quei due anni di prigionia. D'altro canto mi sono reso conto che alla mia formazione mancava l'aspetto sociale e politico con la P maiuscola: ho capito che forse il mondo cattolico, nel periodo fascista, non aveva operato come avrebbe dovuto affinché non si arrivasse alla guerra. Quindi è maturata in me l'idea che la formazione dei giovani deve tener conto di questi due aspetti: l'aspetto religioso e l'aspetto sociale ». Non è facile dire quanto abbia influito sull'attività di Pino Arpioni l'amicizia con La Pira. Non vi è dubbio, però, che questo legame, molto intenso, lo ha confortato nelle sue scelte più qualificanti. Come quella, ad esempio, di una laicità intransigente, che andava di pari passo con una fedeltà assoluta alla Chiesa. In La Pira aveva trovato conferma anche all'intuizione sulla necessità di tenere sempre insieme nella formazione dei giovani l'aspetto religioso e quello sociale, perché il cristiano come ripeteva La Pira « deve tenere in una mano la Bibbia e nell'altra il giornale: qui c'è la sintesi della giusta formazione da dare all'uomo». E riflettendo sul messaggio del « professore » aveva impegnato l'Opera per la gioventù Giorgio La Pira, in una serie di esperienze ecumeniche alle quali teneva moltissimo: con la Chiesa anglicana dal 1979; con la Chiesa russo-ortodossa dal 1984; con la Chiesa greco-ortodossa dal 1986. E poi, ancora, i pellegrinaggi a Fatima, vissuti nell'ottica della conversione della Russia, così come promesso dalla Madonna, e nei luoghi della fede russa, fino al recente pellegrinaggio in Terra Santa, che apriva nuovi orizzonti di impegno per i suoi giovani.

Tratto dal sito dell'Opera per la gioventù Giorgio La Pira e da un articolo di Claudio Turrini pubblicato su Toscana Oggi.